MARIO MILANO Arcivescovo-Vescovo di Aversa

Al popolo di Dio della Chiesa Diocesana

“DUC IN ALTUM”  “PRENDI IL LARGO” (Lc.5,6)

Lettera della Quaresima 2001 In preparazione della

VISITA PASTORALE

 

SOMMARIO

La Quaresima tempo forte dello Spirito

Preparazione alla Visita Pastorale

Lo studio dei Documenti del Concilio Vaticano II

Esame di coscienza sulla recezione del Concilio

Stile della Visita Pastorale

Auguri pasquali alla Comunità Diocesana

PatProSit

 

 

 

x  LA QUARESIMA TEMPO FORTE  DELLO SPIRITO

Carissimi,

La santa Quaresima del 2001 ci trova arric­chiti dalla grazia del Grande Giubileo, che abbiamo vissuto insieme in gioiosa comunione di fede e di amore con la Chiesa Universale, sotto la guida ispirata del Papa Giovanni Paolo Il.

La ricchezza spirituale dell’evento giubilare c’immerge soavemente nel clima di preghiera e di penitenza di questa stagione quaresimale in preparazione alla Solennità della S. Pasqua.

La Chiesa, madre e maestra, ci prepara alle grandi festività cristiane invitando noi suoi figli alla purificazione e alla conversione del cuore per vivere con rinnovato coerente impegno la nostra comune vocazione alla santità.

Non è forse la santità il frutto sospirato du­rante l’Anno Santo del 2000, bimillenario della nascita di Colui che è tre volte Santo perché Dio fatto Uomo?

Per custodire e tesoreggiare il prezioso patri­monio del Grande Giubileo, il Santo Padre ha fatto dono a tutta la Chiesa della lettera aposto­lica “NOVO MILLENNIO INEUNTE” nella quale esorta l’intera comunità ecclesiale a pren­dere il largo “duc in altum” (Lc. 5,6) per pesca­re nel vasto oceano del mondo contemporaneo e portare gli uomini all’incontro con Gesù Si­gnore, Salvatore di tutti gli uomini ieri, oggi e sempre.

Memori dell’episodio evangelico narrato da Luca, vogliamo prepararci in questo tempo sa­cro quaresimale alla miracolosa pesca apostoli­ca, confidando esclusivamente nella Parola del Signore, al di fuori di ogni umana presunzione e sicurezza.

Docili all’azione dello Spirito Santo, che gui­da sempre la santa Chiesa, vogliamo spogliarci dell’uomo vecchio, come ci ammonisce l’Apo­stolo Paolo, e rivestirci dell’uomo nuovo: Gesù nostro Signore.

È questa la chiave di lettura dell’itinerario penitenziale della santa Quaresima e del bisogno urgente di intensificare la preghiera per at­tingere dal cuore stesso del Redentore la grazia divina per respingere le tentazioni fuorvianti della nostra umana natura a rimanere fedeli al­l’amore del Signore.

Nella lettera apostolica citata Giovanni Pao­lo II scrive che tutte le comunità cristiane devo­no diventare “scuole dì preghiera”.

La preghiera è la forza della Chiesa ed è il segreto della sua perenne fecondità e vitalità spirituale e apostolica.

Rendendomi interprete della parola del Papa, esorto tutte le comunità della diocesi, non solo le parrocchiali, ma anche le comunità religiose e le aggregazioni laicali ad intensificare la loro vita di preghiera per rispondere con prontezza e generosità alla voce del Signore e affrontare con decisione le gravi sfide del millennio.

 

x  PREPARAZIONE ALLA VISITA PASTORALE

La preghiera è la migliore preparazione alla visita pastorale, che, con l’aiuto di Dio, mi ac­cingo a compiere in tutta la diocesi nel prossi­mo autunno.

Non è, infatti, un adempimento quasi buro­cratico prescritto dal codice di diritto canonico, è un evento di grazia per rinnovare la fede del popolo di Dio, affidato alle cure pastorali del Successore degli Apostoli.

L’incontro del Vescovo con le comunità dei fe­deli, guidati dai confratelli presbiteri: parroci, ret­tori, padri spirituali, vicari, collaboratori, è dono di grazia del Signore per rimanere fedeli alla pro­pria vocazione ecclesiale e aprirsi sempre più ge­nerosamente alla sua missione evangelizzatrice.

Perché la visita pastorale porti frutti duraturì di rinnovato impegno di vita cristiana nelle co­munità parrocchiali della nostra diocesi, chiedo a tutti speciali preghiere, invocando la materna mediazione della Vergine SS.ma, Madre della Chiesa, e l’intercessione di tutti i Santi e le San­te titolari e Patroni delle nostre Chiese.

Fin d’adesso pongo la santa visita sotto il patrocinio di S. Paolo, titolare della nostra Cattedrale e Celeste Patrono della città e della dio­cesi aversana.

Chi più dell’Apostolo delle genti è esperto di visite ecclesiali e della loro incidenza nella vita delle comunità dei credenti.

Nel prepararmi alla visita pastorale, mi rivol­go con devoto animo all’Apostolo perché mi ottenga lo stesso fuoco di carità del suo cuore per infiammare di amore per Cristo e per la sua Chiesa coloro che incontrerò nel mio peregrinare pastorale.

Per il buon esito della visita pastorale busso alle porte dei due monasteri di clausura della nostra città di Aversa e di tutte le Comunità reli­giose della diocesi perché elevino suppliche e preghiere per una pesca miracolosa di anime da portare sulla riva della salvezza.

Prego fraternamente i Confratelli rettori del­le chiese dell’adorazione perpetua di voler esor­tare in questo periodo e durante lo svolgimento della santa visita le anime adoratrici a voler rac­comandare al Buon Pastore, realmente presente nel SS.mo Sacramento dell’altare, il fruttuoso evento pastorale per il bene di tutta la nostra Chiesa particolare.

Occorre una crociata di preghiera per strap­pare dal cuore di Dio tante grazie di conversione e di santificazione per tutti i ceti del popolo di Dio.

Dobbiamo sempre più convincerci che le opere del Signore si preparano con la preghiera e con la penitenza, altrimenti sono destinate al fallimento.

Una diffusa mentalità manageriale ed un movimentismo orizzontale insidia nei nostri gior­ni l’organismo ecclesiale, abituandosi a trattare le divine realtà alla maniera di opere sociali.

Non bisogna mai dimenticare l’antico ada­gio: “Sancta sancte tractanda sunt”: “Le sante realtà vanno trattate santamente” e il cammino della santità è sempre e solo sostenuto dall’umile e fiduciosa preghiera.

 

x  LO STUDIO DEI DOCUMENTI DEL CONCILIO VATICANO II

La visita pastorale del prossimo autunno, pri­ma del mio ministero episcopale aversano, avviene a trentasei anni dalla chiusura del Vatica­no II e dopo l’anno del Grande Giubileo.

Pertanto la conoscenza dei documenti del Concilio o l’impegno di attuarli nella vita delle nostre comunità deve costituire l’assillo più esi­gente di tutte le componenti della nostra Chiesa locale.

Il Santo Padre nella “Novo Millennio Ineun­te” ci avverte: “A Giubileo concluso sento più che mai il dovere di additare il Concilio, come la grande Grazia di cui la Chiesa ha beneficiato nel secolo XX: in esso ci è offerta una sicura bussola per orientarci nel cammino del secolo che si apre. (n. 57).

Ignorare i documenti del Vaticano II e dì­simpegnarsi nella loro attuazione significa rifiutare una grande grazia e camminare fuori strada.

A proposito dei testi conciliari il Papa nello stesso citato paragrafo ammonisce: “A mano a mano che passano gli anni, quei testi non per­dono il loro valore né il loro smalto. E’ necessario che essi vengano letti in maniera ayuro­urlata, che vengano conosciuti e assimilati. come testi qualificati e normativi del Magistero all’interno della tradizione della Chiesa”.

Ritengo che non poteva esserci un invito più autorevole e cogente da parte del Pastore universale della Chiesa per vincolarci allo studio attento e sistematico della letteratura conciliare, per una profonda assimilazione dei testi e per farne norma della nostra vita ecclesiale.

Non sfugga a nessuno che il Papa ci avverte di un pericolo, quale potrebbe essere di interpretare i documenti conciliari al di fuori della tradizione della Chiesa.

Non sono mancate e non mancano neanche ai nostri giorni interpretazioni del Vaticano II con fughe indietro e in avanti, cedendo a tenta­zioni di stantio immobilismo o di avventuroso futurismo.

La bussola del nostro cammino ecclesiale, per usare il termine di Giovanni Paolo II, è sempre l’autentico Magistero, ossia l’insegnamento del Papa e dei Vescovi in comunione con Lui.

E’ il grande dono del ministero petrino, cat­tedra di unità e di verità, come abbiamo avuto modo di riflettere e pregare nella festosa acco­glienza del neo Cardinale Crescenzio Sepe, inclito figlio della nostra Chiesa aversana

Le opinioni degli stessi teologi, se non sono consone con il Magistero della Chiesa, non van­no accolte né tanto meno seguite.

Nella Chiesa locale, garante dell’interpreta­zione autentica dei testi conciliari, rimane il Vescovo in qualità di membro del collegio episcopale, che ha come capo il Vescovo di Roma, Successore di Pietro.

Il vostro Vescovo Mario sogna per la Chiesa che è in Aversa una fioritura di studi e di pub­blicazioni del dettato del Vaticano II ed un im­pegno appassionato di realizzazione dei testi conciliari.

 

x  ESAME DI COSCIENZA SULLA RECEZIONE DEL CONCILIO

Il   Santo Padre nella Lettera apostolica ‘Tertio Millennio Adveniente” volendoci pre­parare adeguatamente al Grande Giubileo, ha indicato a tutta la Chiesa un esame di coscien­za sull’accoglienza e sull’attuazione del Con­cilio Vaticano II.

Nel visitare le parrocchie, il vostro Vescovo lo proporrà ai confratelli parroci e ai laici impe­gnati per verificare insieme il cammino conci­liare delle nostre comunità.

Seguendo lo schema del Papa (TMA. n.36) ci interrogheremo:

a)  In che misura la Parola di Dio è divenuta più pienamente anima della teologia e ispiratrice di tutta l’esistenza cristiana, come richiedeva la Dei Verbum?

In questa prospettiva conciliare il Vescovo si attende una vasta azione catechetica nelle par­rocchie, che abbracci tutte le fasce di età.

Per quest’opera occorrono catechisti e cate­chiste molto preparati, che adempiono il loro prezioso ministero in modo efficace.

b) E’ vissuta la liturgia come “fonte e culmi­ne della vita ecclesiale, secondo l’insegnamento della Sacrosanctum Concilium?

Il Vescovo si attende tanto dall’attuazione della riforma liturgica in tutte le chiese della diocesi.

In questo campo sono noti ritardi, abusi, in­convenienti.

La visita sarà il momento opportuno per cor­reggere e rinnovare e far partecipare tutto il po­polo di Dio ai tesori di grazia delle celebrazioni dei divini misteri.

Per questo nelle comunità deve essere pre­sente il gruppo liturgico, che ha il compito di curare il decoro delle celebrazioni.

c) Si consolida, nella Chiesa universale e in quelle particolari, l’ecclesiologia di comunione della Lumen Gcntium, dando spazio ai carismi, al ministeri, alle forme di partccipazione del Popolo di Dio?

Nell’attuazione concreta di questa eccle­siologia conciliare. il Vescovo si aspetta di trovare in tutte le comunità parrocchiali il consiglio nastorale e il consiglio degli af­fari economici: sono i segni evidenti di una viva partecipazione dei laici alla vita della Chiesa.

Non è più ammissibile trovare responsabile unico e solo della vita delle comunità il prete!

Il vuoto dei laici nelle nostre comunità è il frutto di una mentalità del passato, che li ha fat­ti sentire estranei o per lo più ospiti nella Chiesa e non in casa propria, corresponsabili nella conduzione delle comunità.

In questo paragrafo il Santo Padre mette in guardia da un “democraticismo e sociologismo che non rispecchiano la visione cattolica della Chiesa e l’autentico spirito del Vaticano II.

Sono devianze da tener lontane dalla Chiesa così come l’ha voluta Cristo.

Nel decennio che ci sta davanti, i docu­menti del Concilio Vaticano II saranno og­getto di attenta riflessione negli annuali con­vegni pastorali diocesani, che scandiranno l’itinerario programmatico della nostra Chie­sa locale.

“Il Concilio nella nostra Chiesa aversana” è l’impegno costante e appassionato dell’intera nostra comunità ecclesiale.

I nove decreti conciliari e le tre celebrate di­chiarazioni saranno argomento di studio per tutti gli operatori pastorali.

Ampio respiro avrà il decreto Ad Gentes sul­l’attività missionaria.

L’anelito missionario dovrà segnare l’esisten­za di ogni battezzato appartenente alla nostra Chiesa.

Come potremo rispondere all’appello acco­rato del Papa per la nuova evangelizzazione sen­za sentire in noi il grido Paolino “Guai a me se non predicassi il Vangelo (I Cor. 9,16).

Ampia trattazione dovrà avere il decreto sul­l’apostolato dei laici, i protagonisti della nuova evangelizzazione del terzo millennio.

Apostolìcam actuasitatem, è uno dei testi cardine per inserire i laici nella missione della Chiesa e renderli sempre più responsabili del­l’attività pastorale delle nostre comunità.

Il decreto sui mezzi di comunicazione socia­le Inter mirifica dovrà spronare tutti a saper usare i mass media per veicolare il messaggio cristiano in tutti i settori della società, oggi così scristianizzata nel clima secolarista epidermica­mente diffuso.

Nel contesto pluralistico culturale e religioso in cui viviamo deve essere sempre presente in tutti noi il decreto sull’ecumenismo Unitatis Redintegratio per saper dialogare e testimonia­re l’amore del Salvatore per l’unità del suo misti­co gregge.

Sarà cura di noi sacerdoti ispirare la nostra spiritualità e il nostro servizio pastorale al dettato del decreto Presbiterorum Ordinis mirabile trat­tato sull’identità conciliare dell’uomo di Dio.

I religiosi e le religiose sapranno tradurre in impegno esistenziale le norme ispirate del decre­to sulla vita consacrata Perfectae caritatis che fa di loro i testimoni autentici del Regno.

Delle tre storiche Dichiarazioni conciliari, mi permetto richiamare tutti gli educatori sulla di­chiarazione Gravissimum Educationis che puntualizza l’urgenza dell’impegno educativo nella secolarizzata società contemporanea per le giovani generazioni, spesso prive di valori.

Paolo VI di santa memoria, chiamò il Conci­lio “il catechismo dei nostri tempi”.

Dobbiamo pertanto catechizzare le nostre comunità sulla letteratura conciliare per non venir meno al nostro compito evangelizzatore.

Parafrasando la frase di S. Girolamo dirò:

L’ignoranza del Concilio e oggi l’ignoranza di Cristo.

d) Una domanda vitale deve riguardare anche lo stile dei rapporti tra chiesa e mondo.

Le direttive conciliari offerte nella Gaudium et Spes e in altri documenti di un dialogo aperto, rispettoso, cordiale, accompagnato tuttavia da un attento discernimento e dalla coraggiosa te­stimonianza della verità, restano valide e ci chia­mano ad un impegno ulteriore.

Durante la visita pastorale, sarà di conforto per il Vescovo constatare iniziative di dialogo con il mondo circostante, dal settore scolastico alle fabbriche di lavoro, dai club culturali ai cir­coli di ricreazione; così anche non troverà disa­gio a visitare le istituzioni locali di qualsiasi colore politico, sempre nel rispetto delle sfere di competenze.

Tutto però nella chiarezza e nella trasparen­za, annunciando con fedeltà e coraggio il Vangelo, senza sconti e mutilazioni.

I laici, più di noi sacerdoti, sono chiamati a dialogare con il mondo e ad animare cristianamente le realtà temporali.

Occorrono però laici maturi e responsabili, adulti nella fede e impegnati nella missione del­la Chiesa.

Un grande compito spetta in questo vasto campo alle aggregazioni laicali, scuole di vera formazione cristiana e palestre di esercizio dì evangelica comunione.

Niente ha perduto in questo arduo compito l’Associazione di Azione Cattolica, tanto cara al cuore dei Pastori, che hanno sempre guardato a questa Associazione con grande fiducia per il bene della comunità ecclesiale e civile.

Nei suoi 132 anni di vita associativa, l’Azio­ne Cattolica ha dato tanti santi e tanti eroi.

Mi auguro di trovarli nelle associazioni delle nostre parrocchie.

Gli stessi voti formulo per i gruppi, movimen­ti, comunità, cui va sempre il pensiero benedi­cente del Pastore della diocesi.

Uno scopo precipuo della visita pastorale sarà l’incremento e la crescita del laicato impegnato per dare ossigeno e vitalità dia nostra realtà ecclesiale.

Il considerevole numero di abitanti della nostra diocesi e gli scottanti problemi del tormentato territorio in cui viviamo, esigono numerosi laici formati e attivi, veri testimoni di Cristo nel mondo di oggi.

Esorto caldamente i confratelli sacerdoti a non risparmiare tempo ed energie nel curare e for­mare fratelli e sorelle del laicato alle loro re­sponsabilità ecclesiali e civili.

Garantiremo così un migliore avvenire alla nostra Chiesa aversana e al nostro territorio, tanto bisognosi di valide presenze cristiane.

 

x  STILE DELLA VISITA PASTORALE

Prima di concludere questa breve lettera in forma di conversazione familiare intendo aggiungere qualche altro pensiero sulla forma con cui mi accingo a visitare le nostre parrocchie.

Lo stile che accompagna il Vescovo del Vati­cano II è improntato sulla semplicità evangeli­ca, fuori da ogni anacronistico trionfalismo.

L’appuntamento per l’incontro del Pastore con la comunità parrocchiale avverrà nella chie­sa, senza cortei processionali.

Il primo atto della visita sarà l’ora eucaristi­ca: pastore, clero e popolo tutti in ginocchio alla presenza adorabile di Gesù Eucaristia, vero eterno Pastore delle anime, per attingere dal Suo cuore luce e forza per vivere la propria vo­cazione e implorare grazie per la comunità visitanda.

Il Vescovo dimorerà nella comunità quattro giorni, dando molto spazio agli incontri con tut­te le realtà esistenti in parrocchia.

Particolare attenzione riceveranno i malati con la visita a domicilio, secondo il comando evangelico.

La visita seguirà la pista della pastorale gio­vanile e familiare, che rimangono i pilastri dell’attività pastorale.

La casa canonica sarà la dimora stabile del Vescovo durante i giorni della visita in un clima di fraterna comunione con il Parroco e i confratelli della zona pastorale.

Il Vescovo non è un ispettore, né un control­lore, è Padre-Pastore, che condivide con la famiglia parrocchiale gioie e dolori, fatiche e an­sie, attese e speranze.

A tempo opportuno, la segreteria pastorale dio­cesana comunicherà il calendario e le particolari disposizioni per lo svolgimento della santa visita.

Lasciamoci guidare fin d’adesso dallo Spirito di Dio, lo Spirito della verità e dell’amore, affi­dando nella fervida preghiera alla Sua azione vi­vificante e santificante il nostro lavoro pastorale.

La visita dovrà segnare per tutte le comunità il passaggio dello Spirito per ravvivare la fede, la speranza e la carità.

A questo scopo le parrocchie visitande pre­pareranno la celebrazione della S. Cresima nei giorni della visita perché tutta la famiglia eccle­siale sia infiammata dal fuoco della Pentecoste.

Non mancherà un pubblico esercizio di pietà Mariana con la recita del S. Rosario, compen­dio del Vangelo per il popolo di Dio e intensa esperienza di preghiera contemplativa comuni­taria a gloria della SS.ma Trinità.

Alla materna assistenza della Madonna affi­deremo specialmente le famiglie, perché sia Lei a custodirle nella grazia e nell’amore del Suo divin Figlio.

 

x  AUGURI PASQUALI ALLA COMUNITA’ DIOCESANA

Nell’esortarci a prendere il largo “duc in altum” il Santo Padre Giovanni Paolo II nella “Novo Millennio Ineunte” afferma:

“Questa parola risuona oggi per noi, e ci invita a fare memoria grata del passato, a vivere con pas­sione il presente, ad aprirci con fiducia al futuro”.

Carissimi fratelli e sorelle, accogliendo la parola del Papa, insieme a voi, voglio fare memoria grata del glorioso passato di questa no­stra santa Chiesa aversana, nella quale la poten­za del glorioso Risorto ha suscitato tanti santi pastori, religiosi, religiose e laici; vivere con passione apostolica il presente, affrontando le sfide del secolo e del millennio, sostenuti sem­pre dalla efficace parola di Gesù Risorto e da Lui trasfigurati, aprirci con fiducia al futuro, certi della vittoria perché Egli ha vinto il mondo.

Con lo sguardo fiducioso verso il futuro, for­mulo per tutti voi e per i vostri cari i più calorosi auguri pasquali, tutti affidando alla materna sol­lecitudine della Madonna, Madre della Chiesa.

Il mistero gaudioso della visitazione della SS.ma Madre del Salvatore alla sua parente Elisabetta sarà il paradigma della nostra visita pastorale.

Il Vescovo, come Maria, intende portare Gesù Signore in tutte le comunità familiari.

I doni della visita Mariana furono la gioia messianica e lo Spirito Santo.

L’Evangelista S. Luca ci dice che, come Ma­ria entrò nella casa di Elisabetta, questa fu ripiena di Spirito Santo e il bambino che portava nel grembo sussultò di gioia.

Il Signore conceda gli stessi doni a tutte le famiglie che voi, carissimi Confratelli visitate in questo periodo pasquale in attesa della visita pastorale del Vescovo!

Pasqua significa passaggio: segni questa Pa­squa del 2001 per la nostra Diocesi, che si prepara alla visita pastorale, un passaggio epocale ad una vita cristiana piena!

Con la più ampia augurale benedizione

Aversa, dalla Sede Episcopale

25 Marzo 2001, IV Domenica dì Quaresima

 

+ MARIO MILANO

Arcivescovo –Vescovo

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